Le serre mobili stagionali sono serre destinate ad attività agricole, che, a differenza di quelle fisse, risultano sprovviste di strutture in muratura. In altre parole, le serre mobili, come suggerisce il nome stesso, sono impianti serricoli che possono essere montati e smontati a piacimento, senza apportare modificazioni significative all’ambiente. Il recente inserimento nell’elenco delle opere di edilizia libera rendono queste strutture come perfette come serre da giardino.
Le serre mobili stagionali sono opere di edilizia libera
A fugare qualsiasi dubbio, dopo decine di sentenze, ci ha pensato un Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel Decreto 2 marzo 2018, pubblicato in Gazzetta ufficiale il successivo 7 aprile 2018, fra le altre opere di edilizia pubblica, è stato chiaramente specificato che anche le serre mobili stagionali sono da considerarsi opere realizzabili senza particolari autorizzazioni. Nella fattispecie, il Decreto spiega che sono ammesse: «Serre mobili stagionali, sprovviste di strutture in muratura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola». Ciò vale sia per le operazioni di installazione della serra, sia per le attività di manutenzione, sostituzione o rinnovamento della stessa. Inoltre, comprende, oltre alla serra, anche gli elementi di appoggio o di ancoraggio al terreno.
Differenza fra serre continuative e serre mobili
Sul mercato sono disponibili numerose tipologie di serre. Una prima classificazione fra le serre, che siano serre da giardino o serre da orto, può essere tracciata in base al fatto che si tratti di serre fisse o serre mobili. Nel caso delle serre fisse è chiaro che, essendo una struttura destinata a un’attività continuativa, sono ancorate al terreno anche per mezzo di opere murarie e, comunque, sono dotate di strutture che consentano l’attività agricola. Al contrario, come stabilito da diverse sentenze, le serre mobili stagionali sono serre sprovviste di strutture in muratura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola. Pertanto, come spiegato precedentemente, le serre stagionali possono essere smontate a piacimento senza apportare modificazioni all’ambiente.
Le caratteristiche delle serre mobili stagionali
Le serre mobili stagionali, in primo luogo, devono rispettare gli strumenti urbanistici previsti dal territorio dove se ne prevede l’installazione. Ciò suggerisce, almeno a coloro che sono alle prime armi con le serre, di affidarsi a un professionista che già conosca il complesso di norme regionali e comunali. In ogni caso, per poter procedere all’installazione di una serra temporanea, occorre rispettare alcune condizioni:
- il materiale utilizzato per la realizzazione della serra mobile deve consentire il passaggio della luce;
- l’altezza massima della serra non deve superare i 4 metri alla gronda e i 7 metri al culmine; se si tratta di serra tunnel, l’altezza massima raggiunta viene misurata al culmine;
- le serre mobili stagionali devono rispettare delle distanze minime, che sono:
- 5 metri dalle abitazioni esistenti sul fondo;
- 10 metri da tutte le altre abitazioni, che può essere ridotta a 5 metri se, dal lato prospiciente l’abitazione, la serra non presenta aperture;
- 3 metri dal confine, se l’altezza massima al culmine è superiore a 5 metri, 1 metro dal confine, se l’altezza al culmine è pari o minore di 5 metri;
- le distanze dalle strade, invece, devono rispettare quanto previsto dal Codice della Strada;
- nel caso delle serre stagionali, la rimozione è da intendere per ciò che riguarda la copertura.
Adesso che sapete che le serre mobili stagionali sono opere di edilizia libera e, quindi, perfette come serre da giardino, potete dedicarvi alla progettazione del vostro orto in giardino, tenendo presente ciò che intendete coltivare. In questo senso, far uso di un calendario delle semine e di un calendario lunare è sempre un’ottima idea. Se invece pensate che una serra sia troppo per voi, non preoccupatevi: una serra da interno o un coltivatore idroponico vi aiuteranno comunque a realizzare il vostro desiderio green. Per il resto, come sempre
buon orto,
Luigi Celano.